Torna al sito

Questo «quadro singolare», come le descrisse Marco Boschini nel 1664, proviene dalla seconda sala del Magistrato dei Governatori alle Entrate nel Palazzo dei Camerlenghi ed è databile tra il 1541 e il 1544. La cronologia è desunta dalla presenza di quattro stemmi familiari in basso a sinistra: si riconoscono quello di Antonio Venier, Vicenzo Gritti, Alvise Contarini e Girolamo Zen, usciti dalla carica tra il 1542 e il 1544 e probabili committenti dell’opera, seppur è stata avanzata l’ipotesi che il donatore del dipinto fosse, per via del suo nome, Natalino Contarini, Magistrato alle Entrate tra il giugno e il novembre del 1534; questa tesi risulta perseguibile solo postulando una retrodatazione del dipinto alla metà degli anni ’30, oppure ipotizzando una gestazione dell’opera lunga quasi dieci anni. Sebbene da un punto di vista iconografico la composizione risulti piuttosto fluida e chiara, le assonanze con l’Adorazione dei Magi per la Cassa del Consiglio dei Dieci (1529-1530, cat. 281) sono piuttosto evidenti; la composizione generale, infatti, pare essere una rielaborazione in controparte della tela più antica, ma a differenza di quest’ultima l’Adorazione per la seconda sala dei Governatori alla Entrate sembra essere stata realizzata in gran parte dalla bottega di Bonifacio, mentre il pennello del maestro deve, con ogni probabilità, essere intervenuto solo nella realizzazione del gruppo della Vergine con il Bambino. Anche lo sfondo, dominato da un paesaggio dolomitico immerso in una luce serale che enfatizza la scena principale, è abitato da un’ampia serie di personaggi la cui realizzazione pittorica appare essere molto inferiore rispetto al gruppo di personaggi in primo piano e dunque riconducibile all’intervento di maestranze di bottega.