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La tela descrive l’incontro tra l’Angelo Gabriele e la Vergine Maria nel momento dell’annuncio della venuta di Cristo. La scena è collocata in uno spazio intimo caratterizzato da elementi quali i libri sul fondo, il leggio minuziosamente descritto e il vaso di fiori che creano un’atmosfera domestica. Gabriele rivolge il proprio sguardo a Maria e punta l’indice verso il cielo a testimonianza della natura divina del messaggio da lui portato; corrisponde il viso chinato della Vergine in segno di accettazione verso il proprio futuro come madre di Cristo. Il dipinto è stato portato all’attenzione degli studiosi solo di recente dopo il rinvenimento da parte di Gilberto Ganzer nel 1983 nella chiesa parrocchiale di Ghirano. Era in cattivo stato di conservazione e le alte qualità formali erano di scarsa leggibilità. Il restauro eseguito ha permesso di identificare con maggiore facilità la mano di Savoldo. Inoltre, il dipinto era stato ridotto di dimensioni arrotolando dietro al nuovo telaio i bordi della tela, per adattarlo alla nuova sistemazione. Sansovino (1581) è il primo a menzionare l’opera all’interno della chiesa di San Domenico di Castello a Venezia, come rivela anche una scritta presente sul retro della tela, che sarebbe stata realizzata per la cappella voluta da Antonio Massa ultimata dal nipote nell’apparato decorativo. E' dunque presumibile che la tela con  l’Annunciazione sia stata realizzata dopo il 1538, anno della morte del Massa. La cappella fu demolita nel 1590 e il dipinto, dopo aver trascorso un periodo nel deposito di Palazzo Ducale, fu trasferito presso la chiesa di Ghirano per volontà del conte Cleandro di Prata.