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La grande tela entra nelle collezioni delle Gallerie dell’Accademia nel 1911 quando viene acquistata dallo Stato presso un antiquario di Vicenza. Proveniente dalla cappella di Palazzo Gorleri a Genova, l’opera era collocata in origine nel refettorio del convento di Santa Maria della Passione. Il tema evangelico della cena a casa di Simone il fariseo è narrata nel vangelo di Luca (7, 36-39). Ai piedi di Gesù è raffigurata una peccatrice, talvolta associata alla figura di Maddalena, che, in atto di contrizione e con le mani incrociate al petto si appresta a lavare i piedi del Salvatore con le proprie lacrime e a cospargerli con unguento profumato, racchiuso nella bellissima anfora di ceramica dipinta.

Opera databile al terzo decennio del Seicento la tela mostra la ricezione di Strozzi della lezione caravaggesca, nell’orchestrazione scenica e nell’enfasi gestuale dei protagonisti, così come nell’accentuato chiaroscuro che domina il secondo piano del dipinto, dove i personaggi sono immersi nell’ombra. La ricchezza della composizione e alcune soluzioni sceniche come gli elementi di natura morta e i personaggi dei servitori posti alle estremità del dipinto rimandano alla grande tradizione di “cene” dipinte nella pittura veneta del secondo Cinquecento, soprattutto di Veronese e Tintoretto, ben noti a Strozzi ancora prima di trasferirsi definitivamente nella Serenessima nel 1630.