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L’oggetto in primo piano su cui poggia la mano il protagonista, in passato confuso con una pietra, aveva indotto a riconoscere nell’uomo l’eroe biblico Sansone, costretto a girare una macina dopo la sua cattura. Le indagini riflettografiche e l’ultimo restauro permettono, invece, di leggere tale oggetto come uno strumento musicale a corda rovesciato e di identificare il dipinto con le “Tre grandi teste che cantano” ricordate come di Giorgione nell’inventario di Gabriele Vendramin (1567-1569).