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La grande pala si trovava originariamente sopra all’altare maggiore della chiesa di Sant’Andrea della Certosa, situata sull’omonima isola nel complesso lagunare veneziano e distrutta in seguito alle soppressioni napoleoniche del 1806. Il soggetto, la chiamata da parte di Cristo dei figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, scelti fra umili pescatori del mare della Galilea, ben si accorda con la principale occupazione degli abitanti dell’isola, sottolineata dall’artista con elementi di spiccato realismo, sia in primissimo piano che sullo sfondo. La scelta del tema da parte del committente, forse da identificare con il patriarca certosino Andrea Suriano (1504-1508), intendeva, verosimilmente, esortare i religiosi a rinnovare la propria vocazione mediante rimandi simbolici che insistono sull’identificazione dei monaci con i primi apostoli. La collocazione di sant’Andrea alla sinistra di Gesù, specularmente a san Pietro, conferisce una posizione di rilievo al santo cui la chiesa era dedicata e l’atteggiamento delle figure in primo piano richiama i cerimoniali raffigurati da Carpaccio nel Ciclo di sant’Orsola. L’opera, nonostante risenta ancora dell’influenza di Alvise Vivarini soprattutto nella resa delle figure, inaugura il periodo maturo dell’artista, essendo datata, come conferma il cartiglio, al 1510. L’invenzione di Basaiti verrà ripresa nella Vocazione degli Apostoli conservata al Kunsthistorisches Museum di Vienna, realizzata probabilmente cinque anni più tardi e proveniente, forse, dalla collezione seicentesca di Bartolomeo Della Nave.