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Storia collezionistica: Vincenzo de Angelis, Lugo di Romagna; Galleria Il Cartiglio, Firenze; Salander - O’Reilly Gallery, New York;  Sotheby’s New  York ,  gennaio 2007;  Galleria Copetti Antiquari, Udine

Acquisto coattivo ( €. 30.000) emesso con nota ministeriale   prot. 12675 del 14 aprile 2011, ai sensi dell’art.70 del D.Lgs.42/2004 a favore della Soprintendenza PSAE e per il Polo museale della città di Venezia  e comuni della Gronda Lagunare.

 

La scultura, mentre era in possesso della Galleria Copetti antiquari di Udine, è stata recentemente oggetto di uno studio molto esaustivo da parte di Lucia Sartor (2008). In questo contributo, cui si rimanda per ogni ulteriore approfondimento, Lucia Sartor, forniva un’accurata descrizione e una particolareggiata analisi dei dati tecnologici della scultura, ricostruiva puntualmente la storia collezionistica (mentre nulla è emerso merito alla provenienza antica) e produceva infine un’attenta disanima delle questioni attributive.  

Il Cristo crocifisso fu segnalato per la prima volta da Andrea de Marchi (1997), che metteva giustamente in luce la parentela con quello custodito nel monastero benedettino di San Cipriano a Trieste che, già riconosciuto -fin dalla sua prima pubblicazione alla fine degli settanta -appartenere all’area veneta in base all’analisi stilistica dei dipinti posti sulla terminazione della croce, era poi stato ricondotto più specificatamente all’area veneziana e alla produzione di Caterino Moranzone sulla base del confronto con i rilievi della pala della chiesa del Corpus Domini di Venezia, oggi conservata nel Museo Correr, firmata da Caterino. Si tratta di un maestro appartenente ad una delle più importanti famiglie di intagliatori veneziani attiva, nelle sue varie ramificazioni, tra la fine del Trecento e gran parte del Quattrocento, che è stata oggetto di ampi studi nei tempi più recenti. Le strette tangenze del Crocifisso Copetti con quello triestino venivano successivamente confermate da Lucia Sartor (2003 e 2008) che,  sulla base di in analitico e puntuale raffronto tra le due sculture, evidenziava le forti affinità esistenti nella concezione generale della figura, nella struttura anatomica così come nella modellazione della testa e nello svolgimento del perizoma, pur nell’adozione di soluzioni lievemente differenti. La studiosa, che in un primo tempo (2003) aveva accolto l’attribuzione a Caterino Moranzone per il Cristo crocifisso  Copetti e per quello di Trieste (a cui, nella stessa occasione, aveva anche ricondotto un Crocifisso conservato nel Museum für Kunst und Gewerbe di Amburgo),  in un secondo momento (2008), mostrando di accogliere l’invito alla prudenza espresso da Anne Markham Shulz (2004) (che era giunta a ritenere anonime le opere riunite sotto il nome del maestro veneziano Caterino Moranzone, incluso il Crocifisso Copetti, evidenziando come manchi ancora a tutt’oggi qualsiasi elemento per ricostruire con ragionevole certezza lo stile degli intagliatori coevi a Caterino),  preferiva mantenere un più ampio e generico riferimento alla bottega dei Moranzone per tale gruppo di opere ( ossia  i tre Crocifissi di Trieste, di Amburgo e Copetti), pur indubbiamente -a suo parere- riconducibile alla medesima mano e databile sullo scorcio del Trecento.

 

A De Marchi, Ritorno a Nicolò di Pietro, in “Nuovi studi”, III, 1997, 3, p.16; L.Sartor, Andrea e Caterino Moranzone e il Friuli Venezia Giulia, in Artisti in viaggio 1300-1450. Presenze foreste in Friuli Venezia Giulia, Atti del Convegno (Villa Manin di Passariano, Codroipo [UD], 15-16 novembre 2002) a cura di M.P.Frattolin, Udine 2003, pp.11-112; A.Markham Shulz, Antonio Bonvicino and the Venetian Crucifixes of the early Quattrocento, in “Mitteilungen des kunsthistorischen Institutes in Florenz”, XLVII, 2004, 3, pp. 325-326; L.Majoli, Scheda I.55 in In hoc signo. Il tesoro delle croci, catalogo della mostra (Pordenone e Portogruaro , 4 aprile -31 agosto 2006) a cura di P.Goi, Milano 2006, p.353; A.Markham Shulz, La pala d’altare del Corpus Domini di Caterino Moranzone presso il Museo Correr: storia, significato e stile , in “Bollettino dei Musei Civici Veneziani”, III serie, 2, 2007, p.107.L. Sartor, Cristo crocifisso Bottega dei Moranzone, in Copetti Antiquari, Udine, Eventus 2008, pp.4-11; A.Markham  Schulz,  Woodcarving and woodcarvers in Venice 1350-1550, Firenze 2011, p.58.