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Secondo la leggenda agiografica il martire Sebastiano, ufficiale dell’esercito romano convertitosi al cristianesimo, fu legato ad un albero e trafitto dalle frecce per ordine di Diocleziano. Creduto morto, fu lasciato allo scempio delle bestie selvatiche sul colle Palatino a Roma ma alcune pie donne lo assistettero, curandone le ferite. L’opera, attribuita al poco noto Camillo Berlinghieri, mostra caratteri stilistici originali nel contesto artistico lagunare, dove l’artista opera pochi anni, con riferimenti puntuali all’arte emiliana del tempo e in particolare ai modi di Guercino e Carlo Bononi, suo maestro.