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MARTEDI’ 3 MARZO 2020 RIAPRONO AL PUBBLICO LE GALLERIE DELL'ACCADEMIA DI VENEZIA. AD ATTENDERE I VISITATORI: LA NUDA DI GIORGIONE. TORNATA DOPO DIECI ANNI IN ESPOSIZIONE, SULLE PARETI DEL MUSEO ACCANTO AGLI ALTRI CAPOLAVORI DEL MAESTRO VENETO

  

In seguito al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1 marzo 2020, in merito all'evoluzione del COVID-19, domani martedì 3 marzo 2020, le Gallerie dell’Accademia di Venezia riprendono la loro attività con il consueto orario di apertura al pubblico. L'accesso sarà regolato nel rispetto di quanto stabilito dal citato DPCM, assicurando una modalità di fruizione contingentata, evitando assembramenti di persone e facendo rispettare ai visitatori la distanza tra loro di almeno un metro. Il museo si impegna a fornire costantemente le informazioni necessarie sui comportamenti da adottare in questa circostanza attraverso i monitor d’ingresso e il personale.

Una sorpresa attende i visitatori.  Potranno tornare ad ammirare la Nuda di Giorgione, testimonianza di una delle rare imprese pubbliche realizzate dall’artista di Castelfranco. L’affresco, che raffigura una giovane figura femminile a seno scoperto entro una semplice nicchia, ritorna al museo dopo una lunga permanenza a Palazzo Grimani durata circa dieci anni.

L'opera è stata oggetto di un accurato intervento conservativo che ha permesso la pulitura  della superficie dipinta, la rimozione delle colle e dei ritocchi a tempera alterati, la stuccatura delle piccole lacune e il loro abbassamento con velature a tono. L'operazione, costata 16.800 euro, è stata finanziata dal Patrimonio culturale della Regione Friuli Venezia Giulia, nell'ambito della mostra Il Rinascimento di Pordenone, chiusa lo scorso 2 febbraio a Pordenone. I lavori sono stati svolti da Roberta Boscherini, Paola Potenza e Lucia Tito, sotto la guida della responsabile di cantiere Caterina Barnaba e la direzione dei lavori di Roberta Battaglia e Maria Chiara Maida.

Da martedì 3 marzo i visitatori delle Gallerie potranno così (ri)scoprire lo splendido frammento – staccato nel 1937 dalla facciata sul Canal Grande del Fondaco dei Tedeschi, edificio medievale ricostruito dopo l'incendio del 1505 nei pressi del ponte di Rialto – all'interno del nuovo contesto espositivo dedicato alla pittura cinquecentesca.

"L'opera, che esprime la vocazione al classicismo appartenente alla tarda stagione giorgionesca – dichiara il Direttore Giulio Manieri Elia – potrà dialogare con le altre preziose opere dell'autore presenti nella stessa sala, quali La Tempesta e La Vecchia, e con le composizioni dei suoi giovani allievi, Tiziano e Sebastiano del Piombo, esposte nel medesimo ambiente".

LA NUDA DI GIORGIONE