Martedì 11 settembre la commissione presieduta da Paola Marini, direttrice delle Gallerie, e formata da Michele Tavola (Gallerie dell’Accademia di Venezia), Gloria Vallese (Accademia di Belle Arti di Venezia), Liza Fior (We are here Venice e muf architecture/art) e Angela Vettese (Università IUAV di Venezia), ha selezionato il vincitore della prima residenza artistica promossa dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
L’iniziativa, che intende promuovere l’arte contemporanea a Venezia e sostenere la ricerca artistica, è organizzata dal Museo in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Venezia, con l’associazione We are here Venice, presieduta da Jane Da Mosto, e con il fondamentale sostegno di London Stock Exchange Group Foundation e di altri donatori.
Il progetto vincitore, selezionato tra cinquantaquattro candidature giunte da sei diversi paesi europei (Italia, Francia, Germania, Spagna, Svezia, Svizzera), porta il titolo di “Aurale” ed è stato presentato da Claudio Beorchia, classe 1979: la reazione del pubblico delle Gallerie alle opere esposte costituirà il fulcro dell’attività dell’artista vincitore, che prevede azione performativa e interazione diretta con i visitatori durante il periodo della Residenza. La commissione ha apprezzato in particolare l’originalità della proposta e la sua capacità di porre l’accento sulla vita quotidiana del museo, inteso come organismo vivente e dinamico, nonché la sua inedita focalizzazione sul fondamentale ma spesso non abbastanza considerato ruolo degli addetti all’accoglienza e alla vigilanza. Il lavoro di Beorchia, inoltre, in virtù delle sue qualità relazionali è in grado di dialogare con un pubblico più vasto di quello già interessato alle espressioni dell’arte contemporanea. I dettagli del progetto di residenza saranno resi noti in una conferenza stampa appositamente dedicata.
La giuria ha dibattuto a lungo, apprezzando l’impegno dimostrato dai concorrenti e l’alta qualità dei dossier presentati. Le candidature si sono in linea di massima sviluppate secondo due linee progettuali: se circa la metà delle proposte si è concentrata sul confronto con una singola opera e la sua rielaborazione in chiave contemporanea, l’altra ha propeso invece per un’analisi più trasversale della relazione tra spazio, opere, pubblico e addetti ai lavori. Considerato il livello delle candidature, la Giuria ha deciso di introdurre un riconoscimento per i progetti più meritevoli, omaggiando gli artisti di una “menzione speciale” e offrendo loro un pass annuale per l’ingresso gratuito alle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Oltre al vincitore, altri dieci artisti si sono infatti distinti per la loro capacità di rileggere il patrimonio delle Gallerie dell’Accademia di Venezia: si tratta di Laura Bisotti, Federica Ferzoco, Cinzia Fiorese, Silvia Infranco, Chiara Pergola, Vera Portatadino, Susanna Pozzoli, Dominique Robin, Gian Maria Tosatti e Nicola Villa. In particolare Tosatti deve essere considerato quale ideale secondo classificato, per avere impegnato profondamente la commissione nel dibattito per la scelta dell’artista vincitore, in virtù della forza e della raffinatezza della sua proposta.
Claudio Beorchia (Vercelli, 1979) ha studiato Design e Arti Visive allo Iuav di Venezia e all’Accademia Brera di Milano; ha conseguito il Dottorato in Scienze del Design allo Iuav.
I suoi lavori sono stati esibiti in Italia e all’estero (fra cui America Latina, Armenia, Cina, Croazia, Giappone, Grecia, Palestina, Russia, Slovenia). Fra le sedi espositive: l’Hangar Bicocca e la Triennale di Milano, Palazzo Ducale a Genova, Villa Manin di Passariano, lo Swatch Art Peace Hotel di Shanghai, l’Accea di Yerevan, la Qattan Foundation a Ramallah. È stato artista in residenza in Italia, Albania, Cina, Danimarca, Finlandia, Germania, Giappone, Olanda, Stati Uniti.
Fra i riconoscimenti: la Menzione Speciale al Premio Imagonirmia (Milano, 2018) e al Premio Fabbri (2017). Si è aggiudicato il Premio “Un’Opera per il Castello” del MiBAC-DGAAP (2015), per la realizzazione di una installazione permanente a Castel Sant’Elmo di Napoli e la vincita del Premio “U. Mastroianni” della Regione Piemonte (2012) per la realizzazione di una scultura per la piazza di Corio (Torino).
In ambito letterario è autore del romanzo “Neuro di Seppia” (Kellermann, Vittorio Veneto, 2010) e della raccolta di poesie sul paesaggio olandese “I Guardiani del Polder” (Cultureland, Amsterdam, 2017).
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