Le Sibille facevano parte del complesso ciclo su tela, realizzato da Palma il Giovane e dedicato alla vita di San Gerolamo, che ornava le pareti della Sala dell’Albergo della Scuola di Santa Maria della Giustizia e San Gerolamo (ora Ateneo Veneto) a Venezia.
Il ciclo “gerolimitano” è già menzionato nello Stringa (1604, p.92) ed è analiticamente descritto da Ridolfi (1648, II, p. 178).
Nel 1841 i dipinti parietali furono rimossi per essere trasferiti nei magazzini demaniali a Palazzo Ducale e nel 1846 vennero dati in deposito in prevalenza alla chiesa arcipretale di San Giorgio delle Pertiche (Padova). Nel 1895 le Sibille, insieme al San Gerolamo nel suo studio e all’Apparizione a Sant’Agostino, furono ritirate e portate alle Gallerie dell’Accademia. Dal 1958, dopo il restauro, sono custodite - in deposito - nella chiesa parrocchiale di San Girolamo a Venezia (Ivanoff - Zampetti 1979 p. 557).
La realizzazione della decorazione parietale della Sala fu ragionevolmente posteriore all’esecuzione della grandiosa Assunzione della Vergine (1582) per il soffitto del medesimo ambiente. Lo stile dei dipinti delle pareti è diverso da quello pienamente manieristico e decorativo di ascendenza veronesiana del soffitto, avvicinandosi invece a quello di “prosa narrativa” degli ultimi teleri dell'artista dell’oratorio dei Crociferi (1590) e del ciclo di San Sabba (1593) (Mason Rinaldi 1984, p. 109).
Si nota in queste tele una certa «sensibilità coloristica, specialmente nelle tonalità fredde» e le Sibille «spiccano per brio pittorico e per un colore a note staccate piuttosto acidule» (Moschini 1958, p. 99). Le due profetesse sono figure snelle e avvitate, portano entrambe un panno bianco come turbante, ampie vesti dai medesimi colori ma alternati e reggono in mano una un lungo cartiglio e l’altra un libro sibillino. Palma sembra aver tenuto presente le Sibille in stucco di Alessandro Vittoria per la cappella del Rosario ai Santi Giovanni e Paolo (Mason Rinaldi 1984, p. 125).