LA STORIA DELLA SEDE DELLE GALLERIE DELL'ACCADEMIA
LA CHIESA E LA SCUOLA GRANDE DI SANTA MARIA DELLA CARITÀ
Il complesso architettonico che oggi ospita le Grandi Gallerie dell'Accademia è formato da più edifici storici: la chiesa di Santa Maria della Carità, il suo monastero e gli spazi della Scuola Grande omonima.
La sua fondazione risale ai primi decenni del XII secolo dove, fino ai primi anni dell'Ottocento, i canonici di Santa Maria in Porto fuori Ravenna, prima, e gli agostiniani osservanti di Frigionaia poi, condivisero il nome e l'uso di alcuni spazi con la più antica delle confraternite laiche veneziane dei battuti.
Con l'insediamento degli agostiniani, durante il Quattrocento, furono intraprese diverse campagne di rifacimento nella chiesa e nel monastero, quest'ultimo ulteriormente modificato nell'ala orientale da Andrea Palladio negli anni sessanta del Cinquecento.
Gli edifici della Scuola furono rinnovati nella seconda metà del Settecento, su progetti di Giorgio Massari e dell'allievo Bernardino Macaruzzi.
Solo nel 1807 gli stabili del complesso di Santa Maria della Carità, diventati per editto napoleonico proprietà demaniale, furono destinati a sede dell'Accademia di Belle Arti con annesse Gallerie.
L'ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI VENEZIA (1750 - 2010)
Il 24 settembre 1750 il Senato Veneto sancì la nascita dell'Accademia veneziana che si dotò di statuto nel 1756. Il Collegio accademico era formato da trentasei professori tra i quali, di anno in anno, erano scelti i quattro maestri per gli insegnamenti: Figura, Ritratto, Paesaggio, Scultura. Gianbattista Piazzetta fu il primo presidente mentre Gianbattista Pittoni e Gianmaria Morlaiter furono i primi consiglieri; e questi ebbero il compito di eleggere gli accademici tra i quali furono indicati gli insegnanti: Gasparo Diziani, Francesco Zanchi, Francesco Fontebasso e Bortolomeo Nazzari. L'insegnamento della prospettiva e dell'architettura fu istituito nel 1768 con un corso, tenuto e in seguito rinnovato annualmente, da Francesco Costa. Sin dalla sua costituzione l'Accademia veneziana si occupò della conservazione e del restauro dei pubblici dipinti e addirittura nel 1777 l'accademico Pietro Edwards fu l'artefice di una singolare elaborazione tecnica e critica nel campo del restauro, tale da poter essere ritenuta un'autentica Carta del Restauro ante litteram, contribuendo più tardi, nel 1819, alla "Instituzione di una Formale Pubblica Scuola pel Ristauro delle danneggiate Pitture". Nel 1807 la "Veneta Academia di Pittura, Scultura e Architettura" venne riformata in "Accademia Reale di Belle Arti" e si trasferì nei locali, ormai non più adibiti al culto, del convento, chiesa e scuola di Santa Maria della Carità. Il professore di architettura Giannantonio Selva, noto rappresentante del classicismo, adattò alle nuove funzioni il complesso degli edifici con un'inedita e spregiudicata fusione di strutture gotiche, palladiane e neoclassiche che tuttavia già convivevano nei precedenti progetti delle fabbriche annesse.
Il presidente dell'Accademia divenne di nomina regia potendo rivestire la carica a vita così come i maestri. Nel frattempo dal 1798 confluirono nella sede dell'Accademia molti capolavori dai conventi e dalle chiese del Veneto e con il ritorno degli austriaci molte opere furono restituite dai francesi; quindi il 10 agosto 1817 le Gallerie furono aperte al pubblico dei visitatori continuando comunque ad arricchirsi grazie alle donazioni degli stessi maestri e delle varie ricche collezioni private. Soltanto nel 1879 le Gallerie dell'Accademia furono scorporate dal diretto controllo e tutela degli stessi docenti dell'Accademia di belle arti che precedentemente rivestivano, tra l'altro, tale ruolo di conservazione.
L'Accademia può pertanto ben essere rappresentata da quegli artisti che con il loro contributo hanno favorito la crescita delle nuove generazioni fra i quali Piazzetta, Tiepolo, Zanchi, Diziani, Morlaiter, Selva, Canova, Hayez, Lipparini, Matteini, Grigoletti, Politi, Molmenti, Favretto, Nono, Ciardi, Milesi, Tito, Cadorin, Cesetti, Saetti, Giuliani, Arturo Martini, Alberto Viani, Mario de Luigi, Carlo Scarpa, Afro, Santomaso, Emilio Vedova. Questi nomi non sono che parte di ciò che l'Accademia di Venezia ha saputo da sempre esprimere, divenendo di fatto uno degli istituti artistici più prestigiosi in campo internazionale.
A poco più di duecentocinquant'anni dalla sua fondazione, l'Accademia di belle arti di Venezia ha lasciato la storica sede della Carità, destinata ad accogliere nella sua completezza il patrimonio delle gallerie dell'Accademia, e si è trasferita nel restaurato complesso dell'ex Ospedale degli Incurabili. Oggi all'Accademia spetta il compito dell'educazione e della formazione al più alto livello nel campo della cultura e della produzione dell'arte. Col proposito di realizzare al meglio tali obiettivi i corsi si sono rinnovati in maniera più funzionale e ne sono stati attivati di nuovi, a carattere sperimentale, con lo scopo di fornire, in relazione agli interessi, alle vocazioni e motivazioni personali degli studenti, strumenti conoscitivi ed operativi più appropriati alla definizione di ulteriori profili professionali e ai possibili sbocchi occupazionali. Dal 2008 la didattica in parte ancora sperimentale dedicata ai “nuovi media” e all’elaborazione tecnologica dell’immagine (design, tecniche grafiche speciali, fotografia, mass media...) causa la carenza di spazi della sede centrale è andata costituendo un polo omogeneo nell’Isola di San Servolo.
L'Accademia di belle arti di Venezia è una istituzione di Alta Cultura nel settore delle arti, collocata nel segmento della formazione a livello universitario.