Il tema del dipinto è la “Vanitas”, soggetto di forte valenza morale, che intende sollecitare lo spettatore alla meditazione sulla transitorietà del destino umano e sulla fragilità dei piaceri mondani. Tali soggetti hanno una particolare fortuna in ambito fiammingo associati al genere della natura morte.
Sopra ad un tavolo coperto da un drappo rosso sono rappresentati alcuni oggetti scelti, per il loro valore simbolico, a rammentare il trascorrere del tempo (clessidra), la caducità della bellezza (i fiori che appassiscono) e la morte (il teschio, la candela spenta). Verendael, che firma e data l’opera, si è cimentato raramente su questi temi; la sua produzione è rivolta soprattutto alle rappresentazioni floreali. La resa pittorica è intesa ad indagare, con un’attenzione quasi iperrealistica (Limentani Virdis), i fenomeni atmosferici della composizione con una pennellata fluida che utilizza una gamma cromatica particolarmente vivace nel brano floreale, campito su un fondo scuro che lo fa risaltare.
La tela, datata 1679, costituisce un esempio piuttosto tardo di “Vanitas”; dopo la metà del secolo, infatti, in un clima culturale profondamente mutato, si assiste alla decadenza in questo genere pittorico.