Acquistato dagli eredi del Maggiotto a Roma nel 1921, il dipinto, firmato e datato 1792, raffigura l’autore con Antonio Florian e Giuseppe Pedrini, suoi allievi presso la settecentesca Accademia di Pittura e di Scultura di Venezia, il primo tra il 1788 e il 1791 e l’altro tra il 1784 e il 1792. Il Fedeli era membro dell’Accademia dal 1768 e ne fu presidente tra il 1790 e il 1792.
I tre personaggi sono ritratti attorno a un tavolo e tengono in mano, esibendoli verso lo spettatore, una tavolozza con i pennelli, la testa di una statua femminile e un foglio purtroppo indecifrabile. In primo piano, poggiati sul tavolo, si vedono un compasso, un libro e alcuni disegni. Si tratta di evidenti riferimenti alla pratica delle diverse arti: pittura, scultura e architettura, accomunate dalla progettazione grafica e dallo studio teorico che preludono a qualsiasi esercizio artistico. L’immagine presenta la duplice dimensione della professione artistica, quella intellettuale e quella materiale. In questo modo l’autore intende celebrare l’istituzione accademica e autoproclamare il proprio stato sociale, innalzandolo al di sopra della mera attività manuale. Spiccano la raffinatezza degli abiti con i quali il Maggiotto si ritrae e la sua posa fiera, consapevole della propria autorevolezza e dignità.