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Collocata originariamente in uno dei primi altari a destra della chiesa di Santa Maria dei Servi, la pala raffigura uno dei temi più frequenti nella produzione pittorica di Giovanni Bellini: il compianto sul Cristo morto. Il maestro, cui è attribuita l’opera, realizzata probabilmente con l’aiuto dell’allievo Rocco Marconi, sceglie qui di aggiungere, oltre a Gesù e a Maria, altre quattro figure, di cui solo le due più prossime al gruppo centrale sono sicuramente identificabili come Giuseppe d’Arimatea e la Maddalena. I due personaggi stanti ai lati, invece, sono stati oggetto di diverse interpretazioni: per la donna a sinistra sono state proposte santa Marta, santa Monica e Giuliana Falconieri, mentre per il religioso a destra Filippo Benizi, e Bonaventura Tornielli da Forlì, beato venerato dall’ordine servita. La scena è ambientata in un luminoso paesaggio ricco di dettagli naturalistici per i quali si può ipotizzare una funzione simbolica: i tre alberi di fico, ulivo e melo a destra, ad esempio, rimandano alla meditazione sulla passione di Cristo, sul dolore della Vergine e sulla resurrezione come riscatto dal peccato originale. La fusione cromatica che pervade la tela e l’organizzazione compositiva sintetica ed essenziale suggeriscono di collocare la pala nella fase finale della carriera dell’artista, probabilmente tra il primo e il secondo decennio del Cinquecento. Rimandi a quest’opera si riscontrano nel Compianto di Sebastiano del Piombo (1516, San Pietroburgo, Hermitage) e nella Pietà di Tiziano (1575-1576, Venezia, Gallerie dell’Accademia, cat. 400), che riprende il gesto della Maddalena e l’inserimento di due figure stanti – in questo caso due statue – ai lati del gruppo centrale.