Il dipinto è stato accostato ai modi del pittore tedesco Georg Flegel (Moschini Marconi e Rossi, 2000-2001) ad un ignoto artista olandese (Spadavecchia, 2005).
Su una tavola imbandita con ogni genere alimentare campeggiano, al centro della composizione, due calici: uno di foggia veneziana, secondo la moda diffusa nel nord Europa all’inizio dei Seicento, contenente del vino rosso, e l’altro con una forma globulare e coperchio a guglia, tipologia particolarmente diffusa a Norimberga e in area inglese nel XVII secolo. La differenza fondamentale tra le due coppe, che dà avvio alla lettura simbolica della composizione, è data dal materiale in cui sono realizzate. La prima, di vetro, allude alla fragilità, dunque alla caducità dei piaceri mondani, la seconda, di metallo (presumibilmente argento), rimanda alla solidità e preziosità e fa riferimento alla stabilità della sfera spirituale. La sobrietà della composizione, di conseguenza, rimanda al concetto di morigeratezza che assume particolare significato se associato ai generi alimentari rappresentati, come il formaggio, che viene consumato soprattutto in tempo di quaresima, e il limone, usato per allungare il vino.
Per la tavola è stata proposta una datazione alla prima metà del XVII secolo.