L'opera fa parte del complesso ciclo pittorico sulla Redenzione nella chiesa di San Nicolò della Lattuga, realizzato da Paolo Veronese e dalla sua bottega alla fine degli anni Settanta del XVI secolo.
Il dipinto era collocato sull'altare consacrato alla Vergine della Pietà, sul lato sinistro della navata, e rappresenta l'ultimo episodio della Passione di Cristo. Oltre a questa pala d'altare, Paolo Fiammingo aveva dipinto per la chiesa anche le quattro portelle d'organo rappresentanti Adamo ed Eva all'esterno e Caino e Abele all'interno – oggi in deposito presso la Prefettura di Venezia – e la Predica di San Giovanni Battista oggi conservata alla Pinacoteca di Brera. Queste opere rappresentano probabilmente i primi lavori veneziani del pittore anversese, trasferitosi in laguna verso il 1578; dopo essere entrato a contatto con la bottega di Veronese, avrebbe poi gravitato stabilmente nell’orbita di Tintoretto.
Il quadro riflette lo stile maturo di Paolo Veronese, quale si manifesta anche nel Battesimo e Tentazioni di Cristo, dipinto per la stessa chiesa e oggi conservato a Brera, come dichiara la particolare nuova attenzione luministica, con impiego di una luce diafana e astratta.e l’apertura paesistica del fondale. Molto riuscito è il vasto paesaggio collinare che si estende in lontananza, dove zone boscose si alternano a radure costellate di edifici toccati da riverberi di luce argentina provenienti cielo cupo e minaccioso che va rischiarandosi.
Al centro della composizione, il corpo esanime di Cristo è adagiato sulle ginocchia della Vergine dolente ai piedi della croce, mentre ai lati san Nicola e sant'Andrea assistono alla scena.
Mentre la presenza del santo barese rinvia al santo titolare della chiesa e al suo omonimo fondatore, Niccolò Lion, si è voluto riconoscere un criptoritratto di Fra Andrea Michieli, priore di San Nicoletto all'epoca della sua decorazione e, molto probabilmente, responsabile dell’intero programma iconografico.