Dipinto a Roma tra il 1811 e il 1812 come saggio per il secondo anno di pensionato e, appena ultimato, inviato all’Accademia di Belle Arti di Venezia, che grazie ai buoni uffici di Leopoldo Cicognara erogava ad Hayez la borsa di studio per il soggiorno romano, il quadro è stilisticamente e tipologicamente vicino alla tela raffigurante Aristide. Nelle proprie Memorie l’artista lo ricorda come opera eseguita “dal vero”.
La plastica e possente figura di Solone, l’illustre personaggio ateniese vissuto tra il VII e VI secolo a.C. noto soprattutto per la sua storica riforma dello Stato, denuncia l’incontro con la statuaria antica oltre che la scoperta del Raffaello delle Stanze Vaticane e del Michelangelo della Sistina. La composizione, austera e solenne, è emblematica della prima fase neoclassica del pittore che, nemmeno un decennio più tardi, sarebbe divenuto il campione del Romanticismo italiano.