Il dipinto giunge nelle Gallerie veneziane alla fine dell’Ottocento dalla chiesa del Redentore, insieme ad una Adorazione del Bambino dello stesso autore, cui si appaia per pertinenza di soggetto, vicinanza di stile e assoluta identità di supporto e misura. Poiché la chiesa del Redentore viene edificata a partire dal 1577 è evidente che questa non poteva essere la destinazione originaria delle due tele. Un’ipotesi da approfondire è che provengano dalla chiesola cosiddetta de’ Pregadi in Palazzo Ducale. Tale ipotesi è supportata dalla provenienza da tale contesto di altre due tele facenti serie con le suddette, per stile e misura, pervenute alle Gallerie nel 1947: Il passaggio del mar rosso con la sommersione del faraone e La discesa di Cristo al Limbo. Le quattro tele a cui ne va aggiunta una quinta, oggi in collezione privata, raffigurante Il Battesimo di Cristo, formavano un ciclo coerente sul tema sacramentale del Battesimo, in una prospettiva escatologica.
Nella Crocifissione il Cristo è rappresentato al centro della tela in un paesaggio che fa da cornice al dramma. Una leggera brezza proveniente da destra che agita delicatamente le foglie degli alberi allontana le nubi cariche di pioggia, simbolo della tragedia appena avvenuta. Previtali pone particolare attenzione negli elementi del paesaggio studiati fin dall’età giovanile, intorno al 1500, e derivanti da un’attenta conoscenza delle opere di Giovanni Bellini.
Le tele vennero presumibilmente eseguite durante un secondo soggiorno veneziano di Previtali, dopo quello della giovinezza conclusosi prima del 1512, avvenuto probabilmente verso la metà degli anni venti in concomitanza alla collaborazione con Lotto, rientrato a Venezia per le tarsie del coro di Santa Maria Maggiore a Bergamo. A favore di una datazione agli anni 1525 – 1528 è lo stile drammatico dell’artista che caratterizza le opere realizzate in quegli anni.