Il dipinto proviene dalla chiesa veneziana di Santa Caterina; è attestato - a partire dal Boschini (1664) - su un altare dedicato all’Angelo Raffaele sul lato destro della chiesa. La presenza dello stemma Bembo apre all’ipotesi che il dipinto sia stato commissionato da un membro della famiglia dell’umanista e letterato Pietro Bembo anche se finora non sono emersi elementi significativi a supporto di tale ipotesi, fatta eccezione per la menzione, anche se a date un poco più avanzate, di due monache della famiglia Bembo nelle riunioni del convento.
L’iconografia, che ricorre nel Quattrocento con una certa frequenza, specie a Firenze ma più di rado a Venezia, è spesso riconducibile alla committenza di famiglie mercantili che, nell’occasione del primo viaggio intrapreso dai membri più giovani, invocavano la protezione dell’arcangelo Raffaele, associato al ruolo di guida secondo il racconto tramandato dal Libro di Tobia.
Il dipinto è generalmente assestato dagli studi nella giovinezza dell’artista, con una datazione oscillante tra la fine del primo decennio del Cinquecento, a ridosso degli affreschi del Fondaco dei Tedeschi, e i primi anni del secondo decennio.