Proveniente dalla chiesa di San Giobbe, la pala d’altare venne commissionata dalla famiglia Foscari in funzione funeraria. L’episodio evangelico dell’orazione nell’orto è raffigurato in secondo piano immerso in uno sfondo paesaggistico quasi giorgionesco: Cristo in preghiera è inginocchiato sulla sommità di una roccia mentre Pietro, Giacomo e Giovanni dormono ai piedi dell’altura. Inquadra la scena uno spazio architettonico coperto a crociera in cui meditano silenziosamente quattro santi a figura intera, secondo Cicogna (Delle iscrizioni veneziane, 1853) eponimi dei membri della famiglia committente. L’impianto compositivo piramidale e la giustapposizione di due distinti contesti spaziali rimandano alla soluzione ideata da Giovanni Bellini per la sua tarda Pala di San Giovanni Crisostomo (1513) e consentono all’artista di creare un ibrido fra la pala d’altare tradizionale, puramente contemplativa, e la nuova tipologia narrativa, che nel secondo decennio del Cinquecento comincia ad avere fortuna nelle chiese veneziane. Nel cartiglio in basso a sinistra compaiono la firma di Basaiti e la data, da leggere 1516 invece che 1510, secondo la rilettura della critica ottocentesca, dato confermato dall’analisi stilistica, che evidenzia una maggior maturità da parte del pittore nella resa delle figure rispetto alla sua Vocazione dei figli di Zebedeo (1510, cat. 39), esposta nella stessa sala.
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