Il dipinto, eseguito a Londra ed esposto nel 1794 alla Royal Academy, nel 1834 fu donato dall’autore all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Pellegrini avrebbe voluto lasciare l’opera all’Accademia di Firenze, in omaggio ai natali del suo protettore Francesco Bartolozzi, ma l’editore bassanese Bartolomeo Gamba lo convinse a indirizzare l’opera verso l’istituzione veneziana, di cui per altro era membro.
Il quadro rappresenta l’incisore fiorentino Francesco Bartolozzi (1728-1815), divenuto celebre a Venezia, dove era giunto nel 1748, e trasferitosi a Londra nel 1764 su chiamata di Richard Dalton, bibliotecario e consigliere di Giorgio III. Nella capitale inglese fu tra i fondatori della Royal Academy e favorì il soggiorno londinese del Pellegrini.
Il ritratto, privo di retorica, mostra il Bartolozzi impegnato nel proprio lavoro che viene presentato come un’attività eminentemente intellettuale, ancora prima che manuale. La sensibilità cromatica e luministica, che tradisce le origini venete del pittore, è arricchita dalle novità tipiche della ritrattistica internazionale di fine Settecento, apprese dal Pellegrini a Roma, dove frequentò Antonio Canova e Angelica Kauffmann, e in seguito a Londra.