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Presentazione del volume: Tiepolo restituito

 

Presentazione del volume: Tiepolo restituito di Chiara Lo Giudice

 

Giovedì 28 novembre alle ore 17.00 sarà presentato il volume Tiepolo restituito (Sagep Editori 2023) di Chiara Lo Giudice . Introduce il direttore Giulio Manieri Elia, presenta il libro Denis Ton (Trento, Castello del Buonconsiglio) in dialogo con l'autrice.  

L’evento è gratuito e si svolgerà in sala conferenze fino ad esaurimento posti. L'accesso gratuito sarà possibile dalle ore 16.30, si ricorda di passare in biglietteria a ritirare il biglietto gratuito prima di accedere alla sala conferenze. 

 

Il volume

Giambattista Tiepolo, l'artista che più di tutti, con i suoi affreschi, ha saputo abitare lo spazio celeste, è anche quello che maggiormente, con beffardo contrappasso, è stato bersaglio della distruzione bellica e dei bombardamenti aerei durante i conflitti mondiali. 

Tipolo restituito mette in luce una pagina eccezionale della tutela del patrimonio artistico italiano tra le due guerre che vide protagonisti personaggi quali, fra gli altri: Gino Fogolari, Corrado Ricci, Ugo Ojetti, Vittorio Moschini, Ferdinando Forlati e Piero Gazzola, alle prese con slanci eroici, timori per le alienazioni e l'impoverimento dei contesti, nonché pretese strumentali e mercantili.

Foto in bianco e nero di affresco di Tiepolo


Fotografia della chiesa degli scalzi distrutta (1915)

Lo studio non solo presenta una panoramica di estremo interesse sulla storia del restauro e dell'astrattismo in Italia nel XX secolo, ma fornisce una prospettiva nuova sulla fortuna critica del più grande maestro del Settecento europeo e di suo figlio Giandome- nico, ricostruendo cicli perduti e offrendo spunti per la loro piena comprensione.

 

L'autrice


Chiara Lo Giudice ha conseguito il titolo magistrale in Storia dell'Arte (2012) discutendo la tesi sulle edizioni illustrate delle opere di Torquato Tasso date alle stampe in Veneto nel Seicento e il dottorato di ricerca (2017) sull'incisore e mercante di stampe Joseph Wagner (pubblicata nel 2018). È stata assegnista di ricerca presso il dipartimento dei Beni Culturali dell'Università di Padova con il progetto Tiepolo restituito. Gli affreschi di Giambattista e Giandomenico Tiepolo coinvolti nei due conflitti mondiali (2020-2022) ed è attualmente assegnista presso l'Università degli Studi di Verona.

Chiara Lo giudice

 

L'Allegoria della Fortuna di Antonio Balestra da Ca' Zenobio

Il ritorno di un protagonista alle Gallerie dell'Accademia

L'Allegoria della Fortuna (o della Ricchezza) di Antonio Balestra da Ca' Zenobio

 

Le Gallerie dell'Accademia sono orgogliose di presentare al pubblico l'Allegoria della Fortuna (o della Ricchezza), dipinta da Antonio Balestra negli ultimi anni del Seicento e proveniente da Ca' Zenobio, palazzo tra i più importanti di Dorsoduro, non lontano dal nostro museo.

A. Balestra, allegoria della fortuna (o della ricchezza)

Il grande ovato (149,5 × 250 cm) si trovava nel portego del palazzo, in compagnia del suo pendant (Allegoria dell'Abbondanza) e dell'importante collezione di dipinti della famiglia aristocratica, finché fu esportato negli anni '80 per finire nel mercato antiquario, prima a Londra e poi a Padova. Proprio qui le Gallerie dell'Accademia hanno modo di esaminare il dipinto presso l'antiquario Graziano Gallo, da cui viene infine acquistato dopo un iter durato circa un anno.

«Il peculiare interesse dell'opera per le collezioni delle Gallerie dell'Accademia» commenta Michele Nicolaci, curatore responsabile delle collezioni del Sei e Settecento, «risiede innanzi tutto nell'assenza di testimonianze di questo importante protagonista della pittura veneta nel passaggio cruciale tra Sei e Settecento, e nella possibilità di documentare, almeno parzialmente, la straordinaria decorazione di Ca' Zenobio, oggi in larga misura compromessa dalle dispersioni».

L'opera sarà esposta in Sala 6 a partire dal 21 novembre 2024, in occasione della festa della Madonna della Salute.

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Gallerie dell'Accademia e Teatro la Fenice: nasce una nuova sinergia

Il direttore Giulio Manieri Elia e il direttore della Fenice Andrea Erri si stringono la mano davanti al quadro "Il sogno di Orsola" di Vittore Carpaccio

Ieri 16 ottobre è nata una nuova sinergia tra le Gallerie dell’Accademia e Fondazione Teatro La Fenice di Venezia, sinergia che è si è concretizzata grazie ad una convenzione siglata dal direttore delle Gallerie Giulio Manieri Elia e dal direttore generale della Fenice Andrea Erri. 

In particolare la stretta di mano è avvenuta di fronte al quadro Il sogno di Sant’Orsola di Carpaccio, sesto episodio del ciclo Storie di Sant’Orsola dipinto tra il 1490 e il 1498 per la scuola omonima posta nelle vicinanze della Basilica di SS. Giovanni e Paolo. Ed è proprio questo il punto di partenza di questa speciale collaborazione: esiste infatti un filo conduttore tra il capolavoro dell’arte rinascimentale veneziana e l’Otello di Giuseppe Verdi che inaugurerà la stagione 2024-2025 del Teatro. Saranno i canali social delle due istituzioni a svelare nei prossimi giorni il trait d’union culturale tra i bozzetti scenici dell'allestimento verdiano e la tela del Carpaccio, tra le più significative del panorama artistico del Quattro e Cinquecento.

Le due istituzioni veneziane collaborano dunque per la prima volta attraverso un accordo che prevede benefit per member, abbonati e dipendenti con l’obiettivo di promuovere la fruizione e la conoscenza dell’enorme patrimonio artistico conservato nelle Gallerie, e per incentivare visite al Teatro di Campo San Fantin e accessibilità agli spettacoli dei teatri veneziani anche grazie a tariffe agevolate ed eventi dedicati. 

«Per la prima volta, le Gallerie dell'Accademia e il Teatro La Fenice di Venezia, tra le maggiori istituzioni culturali veneziane e italiane, danno vita a una sinergia di intenti, volta a valorizzare e promuovere la loro storia, il loro patrimonio, le loro attività e proposte. Siamo convinti, infatti, che l'arte debba sempre costruire ponti e favorire il dialogo tra mondi solo apparentemente lontani, come quelli del teatro e del museo, della musica e della pittura, della danza e della scultura», ha commentato il direttore delle Gallerie dell'Accademia di Venezia, Giulio Manieri Elia.

 «Questo accordo tra la Fondazione Teatro La Fenice e le Gallerie dell'Accademia segna un passo fondamentale nella creazione di un sistema integrato tra le grandi istituzioni culturali veneziane – ha sottolineato Andrea Erri, direttore generale della Fondazione Teatro La Fenice –. Venezia ha sempre espresso il suo valore più alto attraverso l'incontro tra arte, musica e bellezza, e siamo convinti che solo collaborando, come stiamo facendo oggi, potremo esprimere al massimo il potenziale culturale di questa città. Non esistono barriere tra le diverse forme d’arte, ma solo sinergie che arricchiscono il nostro patrimonio comune e lo rendono più accessibile e rilevante per tutti».


 

Leonardo da Vinci

LEONARDO DA VINCI. L'UOMO MODELLO DEL MONDO

Per celebrare i cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci (1519-2019), le Gallerie dell'Accademia presentano la mostra “Leonardo da Vinci. L'uomo modello del mondo”, aperta al pubblico dal 17 aprile al 14 luglio 2019.Il museo veneziano possiede venticinque fogli autografi del genio di Vinci, disegni che offrono un excursus di estremo interesse sulla produzione di Leonardo e ne documentano, lungo tutto l’arco della sua attività, le ricerche scientifiche con studi di proporzione del corpo umano, di botanica, di ottica, di fisica, di meccanica, di armi, e le fasi preparatorie per alcuni dipinti come gli studi per la celebre Battaglia di Anghiari o la Sant’Anna con la Vergine e il Bambino.
Tra tutti eccelle l’Uomo Vitruviano, assurto a simbolo di perfezione classica del corpo e della mente, di un microcosmo a misura umana che è il riflesso del cosmo intero.
La mostra ripercorrerà attraverso gli esempi grafici del maestro, e dei suoi allievi o seguaci, le tappe essenziali della sua esistenza, partendo da due Studi per un’Adorazione dei pastori riferibili al periodo giovanile fino alle splendide Tre figure femminili danzanti attribuibili al periodo francese, momento estremo della sua vita conclusasi ad Amboise il 2 maggio del 1519.
Una sezione speciale sarà dedicata allo studio di proporzioni e di anatomia che vedrà come fulcro lo straordinario Uomo Vitruviano accostato a importanti fogli di Windsor e ad alcune pagine del codice Huygens eccezionalmente provenienti dalla Morgan Library di New York.
In un percorso di grande suggestione, la mostra prevede l’esposizione di oltre settanta opere complessive tra le quali ben trentacinque autografe di Leonardo.

Ente promotore:

Gallerie dell’Accademia di Venezia, co-produttore Associazione Metamorfosi di Roma

Luogo della mostra:

Gallerie dell’Accademia di Venezia, Campo della Carità 1050, 30123 Venezia

Date della mostra:

17 aprile – 14 luglio 2019

Orario di apertura:

lunedì 8.15-14.00

da martedì a domenica: 8.15-19.15

Biglietto:

intero: 15 € (12,00€ + 3 € quota integrazione Mostra)

ridotto per giovani 18-25 anni: 2,00€ +1,50€ quota integrazione Mostra 

Gratuità per legge

 

Mostra a cura di:

Annalisa Perissa Torrini e Valeria Poletto

Catalogo a cura di:

Annalisa Perissa Torrini

 

Ufficio Stampa 

Metamorfosi

Maria Grazia Filippi 

ph. +39 06 83 600 145/146

mob. +39 333 207 5323

contatto e-mail

mariagraziafilippi@associazionemetamorfosi.com

 

CLP Relazioni Pubbliche
Clara Cervia | tel. 02.36755700 | clara.cervia@clp1968.it | www.clp1968.it

 

www.gallerieaccademia.it

facebook | instagram

@gallerieaccademiavenezia

 

La mostra è inserita tra le iniziative coordinate dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei 500 anni della morte di Leonardo da Vinci dell'artista.

Scopri tutti gli eventi: www.leonardocinquecento.it

 

Ecco il ricco programma in occasione della mostra Leonardo da Vinci. L'uomo modello del mondo

PERCORSI GUIDATI GRATUITI

PERCORSI GUIDATI PER LE SCUOLE

LABORATORI PER BAMBINI E RAGAZZI

 

Cartella Stampa: 

Cartella Stampa - Leonardo da Vinci. L'uomo modello del mondo.pdf

 

IL GIOVANE TINTORETTO

[English version below]

IL GIOVANE TINTORETTO

“Mai sono stato così totalmente schiacciato a terra dinanzi a un intelletto umano, quanto oggi davanti a Tintoretto” scriveva Ruskin al padre, dopo aver visitato la Scuola Grande di San Rocco.

“Quanto alla pittura - continuava il critico ottocentesco - penso di non aver saputo che cosa significasse fino a oggi...quello [Tintoretto] ti delinea la tua [sic] figura con dieci tratti e la colora con altrettanti. Non credo che gli servissero più di dieci minuti per inventare e dipingere una figura intera. Prende il via e accumula schiere su schiere, moltitudini che nessuno riesce a contare – senza mai fermarsi, senza mai ripetersi – nuvole e vortici e fuoco e infinità di terra e mare, per lui niente fa differenza”.

Il più veneziano tra gli artisti del Rinascimento, colui che più ha “segnato” Venezia con il marchio inconfondibile del suo genio - chiamato da dogi e notabili ad abbellire palazzi e chiese della città - è stato in effetti capace di stupire e impressionare intere generazioni di amanti dell’arte. Ha stupito i suoi contemporanei, impressionato El Greco, Rubens e Velasquez, anticipato per molti versi la sensibilità di artisti contemporanei e ora, a 500 anni dalla nascita, torna ad affascinare il pubblico in occasione delle celebrazioni che tutta Venezia gli dedica, a partire dal prossimo settembre.

LA MOSTRA

La mostra, curata da Roberta Battaglia, Paola Marini e Vittoria Romani, ripercorre attraverso circa 60 opere, il primo decennio di attività del pittore veneziano, dal 1538, anno in cui è documentata un’attività indipendente di Jacopo Robusti a San Geremia, al 1548, data del clamoroso successo della sua prima opera di impegno pubblico, Il Miracolo dello schiavo, per la Scuola Grande di San Marco, oggi vanto delle Gallerie dell’Accademia: un percorso appassionante che ricostruisce quel periodo straordinario di stimoli e sperimentazioni grazie ai quali Tintoretto ha rinnovato profondamente la pittura lagunare, in un momento di grandi cambiamenti.

Il percorso espositivo comprende 26 eccezionali dipinti di Tintoretto proposti entro una nuova prospettiva e affiancati a prestiti provenienti dalle più importanti istituzioni pubbliche e private del mondo. Dal Louvre di Parigi alla National Gallery di Washington, dal Museo del Prado di Madrid agli Uffizi di Firenze, dalla Galleria Borghese di Roma al Kunsthistorisches Museum di Vienna, dal Museum of Fine Arts di Budapest alla Fabbrica del Duomo di Milano, dalla Courtauld Gallery di Londra al Wadsworth Atheneum di Hartford.

Seguendo un ordine cronologico articolato in quattro sezioni, il percorso indaga quel periodo tuttora fortemente dibattuto della formazione di Tintoretto, non facilmente riconducibile a una bottega o a una personalità individuata, mettendolo in relazione con il contesto artistico e culturale veneziano degli anni trenta e quaranta del Cinquecento. Jacopo Robusti acquisì e trasformò i suoi modelli per sviluppare uno stile drammatico e rivoluzionario, attraverso le suggestioni ricevute da Tiziano, Pordenone, Bonifacio de’ Pitati, Paris Bordon, Francesco Salviati, Giorgio Vasari, Jacopo Sansovino, presenti in mostra con opere significative. In mostra dipinti e le sculture di artisti della generazione di Tintoretto che lavorarono nello stesso ambiente, tra i quali Andrea Schiavone, Giuseppe Porta Salviati, Lambert Sustris e Bartolomeo Ammannati.

AREA STAMPA

Ufficio Stampa

Civita Tre Venezie

Giovanna Ambrosano

ambrosano@civitatrevenezie.it

Tel. 041 2725912

 

Electa

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electalibri@mondadori.it

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Promozione e comunicazione Gallerie dell’Accademia

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mariateresa.dalbo@beniculturali.it

 

IMMAGINI STAMPA HD

Cartella stampa "Il giovane Tintoretto"

CS "Il giovane Tintoretto"

CS Tintoretto 500

 

English version

THE YOUNG TINTORETTO

“I never was so utterly crushed to the earth before any human intellect as I was today before Tintoret”; so wrote Ruskin to his father after having visited the Scuola Grande di San Rocco.

He then continued to say that, with regard to painting, he thought he had never until then known what it meant. Tintoretto delineated a figure with ten strokes and added as many colours. “I don’t believe it took him ten minutes to invent and paint a whole length. Away he goes, heaping host on host, multitudes that no man can number—never pausing, never repeating himself—clouds and whirlwinds and fire and infinity of earth and sea.”

The most Venetian of Renaissance artists, the man who most “marked” Venice with the unmistakable brand of his genius – called on by doges and aristocrats to beautify the buildings and churches of the city – he was in fact able to amaze and astound whole generations of art lovers. He amazed his contemporaries, impressed El Greco, Rubens, and Velasquez, and in many respects anticipated the sensitivity of contemporary artists. Now, five hundred years after his birth, he is returning to fascinate the public on the occasion of the celebrations that the whole of Venice will be organising for him, starting in September.

THE EXHIBITION

Through some 60 works, the show The Young Tintoretto, curated by Roberta Battaglia, Paola Marini, and Vittoria Romani, will range over the first decade of the Venetian painter’s activity, from 1538 (the year in which there was first documented an independent activity by Jacopo Robusti, in San Geremia) to 1548, the date of the clamorous success of his first public work, the Miracolo dello schiavo, for the Scuola Grande di San Marco, today the pride of the Gallerie dell’Accademia: an exciting itinerary that reconstructs that extraordinary period of stimuli and experimentation as a result of which Tintoretto profoundly renewed Venetian painting, at a time when it was undergoing great changes.

The show brings together 26 exceptional paintings by Tintoretto and, at the same time, highlights the works from the museum’s permanent collection which will be seen from a new viewpoint, flanked as they are by loans from some of the most important public and private institutions in the world. From the Louvre in Paris to the National Gallery, Washington; the Prado, Madrid; the Uffizi, Florence; the Galleria Borghese, Rome; the Kunsthistorisches Museum, Vienna; the Museum of Fine Arts, Budapest; the Fabbrica del Duomo, Milan; the Courtauld Gallery, London; and the Wadsworth Atheneum, Hartford.

Following a chronological order divided into four sections, the itinerary will investigate the still strongly debated period of Tintoretto’s formation, which cannot easily be referred back to a recognized workshop or individual, by relating him to the Venetian artistic and cultural context of the 1530s and 1540s. In this way there will be clarified how Jacopo Robusti acquired and transformed his models in order to develop a dramatic and revolutionary style through the stimuli of Titian, Pordenone, Bonifacio de’ Pitati, Paris Bordon, Francesco Salviati, Giorgio Vasari, and Jacopo Sansovino, all represented in the show by significant works. There will also be exhibited paintings and sculptures by artists of Tintoretto’s generation and who worked in the same milieu, among them Andrea Schiavone, Giuseppe Porta Salviati, Lambert Sustris, and Bartolomeo Ammannati.

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