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Sala temporaneamente chiusa per i lavori di restauro in corso. Le opere sono in fase di movimentazione per il nuovo allestimento museale. 

La Sala XXIII comprende l’originaria chiesa di S. Maria della Carità, fondata secondo la leggenda nel XII secolo. Sicuramente nel Trecento è già presente un primo edificio servito da monaci agostiniani, ingrandito nel corso del XV secolo sotto il papato del veneziano Eugenio IV. I lavori vengono seguiti da Bartolomeo Bon e dalla sua bottega. A questo periodo risalgono le quindici travi lignee provenienti dal Cadore usate per il tetto. Il fregio dipinto è opera di Ercole del Fiore. La chiesa, ricca di opere d’arte e monumenti funebri, viene completamente manomessa dai lavori effettuati nel 1811 da Giannantonio Selva, con una divisione orizzontale per ricavare le aule sottostanti dell’Accademia di Belle Arti. Solo nella prima metà del Novecento, con i lavori dell’architetto Scolari, la parte superiore è stata riadattata a sala museale. Recentemente rimodernata con pannelli interni, per un più opportuno utilizzo dello spazio centrale dell’aula, la Sala XXIII ospita mostre temporanee ed alcuni tra i capolavori delle Gallerie.