L’opera arriva al museo per legato di Maria Felicita Bertrand, vedova del conte Bernardino Renier, nel 1850. La Sacra Conversazione tra la Vergine e il Bambino e le due sante si svolge in un ambiente indefinito, una stanza buia entro la quale la pelle diafana dei protagonisti sembra splendere di luce propria. Nell’opera, destinata alla devozione privata, è possibile che Bellini raffigurasse due donne del patriziato veneziano, atteggiate e abbigliate come Santa Caterina d’Alessandria – dalla acconciatura regale a fili di perle ispirata ad un modello antico – e Maddalena, giovane e dai capelli sciolti. Nel rapporto tra la figura e lo sfondo neutro è stato notato un dialogo con l’opera pittorica di Leonardo. Il grande artista fu a Venezia nel 1500, data che appare però troppo avanzata per pensarlo. Tale estremo cronologico spingerebbe a datare la tavola ai primi anni del Cinquecento, anche se buona parte della critica tende piuttosto ad anticipare l’esecuzione della tavola all’ultimo decennio del XV secolo, in prossimità del Trittico dei Frari, datato 1488. Di conseguenza sarebbe da invertire il rapporto tra i due grandi maestri.
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